1° premio
L’ARCHETIPO DI CASA
Di Rodolfo Vettorello
Quanto più vivo e vedo
più si fa grande il vuoto dentro.
Facevo foto un tempo
creandomi un archivio,
per quando sarò vecchio, mi dicevo.
Ricordo poco dopo ormai;
difetto di memoria ma non credo,
credo piuttosto a un modo originale
di scegliere col cuore
quello che conta e quello che non vale.
Se dico “casa”
mi tornano alla mente
le case che ho abitate
e tutte quelle ormai dimenticate.
Si radica di dentro come un male
la prima casa
in cui ci siamo accorti di abitare.
La casa rossa sulla ferroviaria,
una piccola porta per entrare
e due finestre a lato,
il fumo di un comignolo che sale.
Un cielo azzurro ed una nuvola soltanto
e un sole tondo nell’angolo su in alto.
Ho seppellito dentro quella casa
l’archetipo di tutte le dimore,
così se cerco la mia idea di casa
devo scavare al fondo del mio vuoto,
dentro la toma della mia memoria.
A quella casa non ho fatto foto.
2° premio
RITORNI
Di Eugenia Gabriella Gammarrota
Eppure,
ogni tanto ritornano
attraversano le stanze vuote
ma hanno le bocche piene d’acqua
come pesci in un acquario
e scarpe di pezza per non farsi sentire.
Escono sulla terrazza
e ascoltano l’assenza assoluta delle cose,
guardano i campanili appesi alle stelle
e i pezzi di luna che rotolano negli angoli dei balconi
e i fiori mai più colti.
Sento la voce che mi chiama,
nel respiro muto delle stanze,
nella polvere dell’abbandono
e mentre mi giro a cercarli
ogni gesto si ferma
negli spazi obliqui delle nostre storie.
Poi, si siedono sul vecchio sofà
E cercano i sogni
appallottolati tra i vecchi mobili,
ma hanno il cuore sottochiave
e gli sguardi disabitati.
Eppure,
ogni tanto ritornano
ma hanno le bocche piene d’acqua
come pesci in un acquario
e scarpe di pezza per non farsi sentire.
Mentre le stelle stanno a guardare…
e il mare è troppo lontano per farsi trovare…..
3° premio
IL RITORNO
Di Nice De Petra
E musica per l’aria e le canzoni…
Laggiù piccolo piccolo il mare.
Qui la montagna forte, piena, gigante.
T’abbraccio con lo sguardo
e con lo sguardo riabbraccio la mia vita.
E canzoni e musica per l’aria…
Unica casa veramente mia
Gli amori, gli affetti, le parole
non sono più soli
io vi faccio compagnia.
Per l’aria canzoni e musica…
Lunghi, interminabili, pomeriggi estivi
aggrediti dall’afa e dal sudore,
e sogni che accarezzano la mente
giovane amante di luoghi sconosciuti.
E musica e canoni per l’aria sparsi.
Cerco le odiate radici
le stesse che tenevano serrate le mie ali.
Il tempo non torna mai indietro
a correggere errori e guarire ferite.
E chiudo gli occhi…
Per l’aria un fragore
di odori sapori e musica
e i suoni di voci mai scordate.
Il corpo abbandonato sulle scale
a braccia tese accarezzano la mia terra.
Così l’archiatro colle
lenisce le mie malinconie.
